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PIER GIORGIO FRASSATI (1901-1925)

Profilo biografico

 

Nasce a Torino nel 1901. Il padre è il proprietario-editore de "La Stampa", in seguito ambasciatore a Berlino, ma si dimette dall'incarico il giorno stesso della conquista del potere da parte del fascismo.
Nel 1916 Per Giorgio consegue la licenza ginnasiale. Ama la montagna e appena può fa lunghe escursioni. Entra nell'Azione Cattolica e partecipa a molte altre opere ed iniziative cattoliche.
Nel 1920 sceglie la facoltà di Ingegneria. Si iscrive e partecipa attivamente alla FUCI, la federazione degli universitari cattolici. Rimane comunque legato alla Gioventù Cattolica che ritiene indispensabile per la sua capacità di coinvolgere nella vita della Chiesa tutte le categorie di giovani, anche le più umili.
Nel 1921 è a Roma per la celebrazione di un anniversario della Gioventù Cattolica; durante un corteo gruppi di fascisti contrastano i giovani cattolici e lacerano il tricolore: Pier Giorgio lo continua a portare anche in quello stato. Si iscrive fin dalle origini al Partito Popolare di Don Sturzo; è tra i fondatori di "Pensiero Popolare", periodico della sezione torinese di P.P.I.
Muore nel 1925 di poliomielite. La sua vita dedicata allo studio, alla pietà, alla carità, all'apostolato, diviene subito un esempio per le giovani generazioni.

ALCUNI PENSIERI

 

Pier Giorgio e la gioia di essere cristiano

Lettera alla sorella Luciana (14.02.1925)
“Carissima, grazie anzitutto della buona lettera. Tu mi domandi se sono allegro;e come non potrei esserlo? Finché la Fede mi darà forza sempre allegro! Ogni cattolico non può non essere allegro: la tristezza deve essere bandita dagli animi cattolici; il dolore non è la tristezza, che è una malattia peggiore di ogni altra.
Questa malattia è quasi sempre prodotta dall’ateismo; ma lo scopo per cui noi siamo stati creati ci addita la via seminata sia pure di molte spine, ma non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori.”

Pier Giorgio e gli amici

Lettera all’amico Marco Beltramo:
“Nella vita terrena, dopo l’affetto dei genitori e sorelle uno degli affetti più belli è quello dell’amicizia e io ogni giorno dovrei ringraziare Dio perché mi ha dato amici così buoni e amiche che formano per me una guida preziosa per tutta la vita.”
Lettera a Isidoro Bonini:
“Le amicizie terrene producono al nostro cuore dolori per l’allontanamento di coloro che amiamo, ma io vorrei che giurassimo un patto che non conosce confini terreni né temporali: l’unione nella preghiera.”
Testimonianza di un amico: “Egli poneva sempre il Signore fra sé e noi come vincolo di unione, e nel Signore santificava l’amicizia, la gioia, ogni sentimento, ogni istante della vita.”

Pier Giorgio e l’amore per la montagna

Pier Giorgio amava moltissimo la montagna, ne era un vero appassionato. Una fra le frasi più significative è infatti: “Montagne, montagne, io vi amo”.
Nelle lettere e nei discorsi con i suoi amici egli esprimeva il suo profondo anelito per la montagna: “ogni giorno che passa mi innamoro sempre più della montagna; il suo fascino mi attira. Io capisco questo desiderio di sole, di salire su, in alto, di andare a trovare Dio in vetta. Oh, come le opere di Dio sono grandi e meravigliose! Vorrei passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la Grandezza del Creatore. …Qui trascorro ore di vera beatitudine contemplando i magnifici ghiacciai.”

 
 
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