CARLO CARRETTO (1910-1988)  Profilo Biografico Carlo Carretto nasce ad Alessandria il 2 aprile 1910, in una famiglia di contadini proveniente dalle Langhe. Milita nell'Azione Cattolica giovanile torinese dove entra ventitreenne su invito di Luigi Gedda che ne era il presidente. Consegue la laurea in storia e filosofia e continua ad insegnare come maestro elementare. Nel 1940 vince il concorso per direttore didattico e viene assegnato come tale a Bono (Sardegna). Dopo poco tempo viene dispensato dal suo incarico per contrasti col regime fascista, dovuti al carattere del suo insegnamento e per l'influsso che esso esercita anche al di fuori della scuola. Non avendo aderito al Regime viene radiato dall'albo dei direttori didattici e tenuto sotto sorveglianza. Nel 1945 dopo la caduta del Regime e la fine della Guerra, viene chiamato a Roma da Pio XII e da Luigi Gedda per organizzare l'Associazione Nazionale Maestri Cattolici. Nel 1946 diviene presidente centrale della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (Giac). In occasione dell'80' anniversario della fondazione dell'Azione Cattolica, nel 1948, organizza una grande manifestazione di giovani a Roma: è la famosa adunata dei trecentomila "baschi verdi". Nel 1952 esplodono i contrasti che covavano da tempo, in campo cattolico, riguardo ai rapporti con la politica. Trovandosi in disaccordo con una frazione importante del mondo cattolico che progettava un'alleanza con la Destra, Carlo deve dimettersi dal suo incarico di presidente della Giac e ricerca con altri amici nuove strade su cui indirizzare l'azione del laicato cattolico impegnato. E’ in tale periodo di laboriosa e sofferta ricerca che matura la decisione di entrare a far parte della congregazione religiosa dei Piccoli Fratelli di Gesù fondata da Charles de Foucauld. L’8 dicembre del 1954 parte per l'Algeria, per il noviziato. Per dieci anni conduce vita eremitica nel Sahara, dove fa una profonda esperienza di vita interiore e di preghiera, nel silenzio e nel lavoro, esperienza che esprimerà nei libri che scriverà in seguito. Dopo il ritorno in Europa, e dopo aver trascorso alcuni periodi in diverse realtà, va a Spello, in Umbria, per iniziare una nuova Fraternità di preghiera e di accoglienza. Ben presto lo spirito di iniziativa di Carretto ed il prestigio di cui godeva, aprono la comunità all'accoglienza di quanti, credenti e non, desiderano trascorrervi un periodo di riflessione e di ricerca di fede vissuto nella preghiera, nel lavoro manuale e nello scambio di esperienze. Fratel Carlo Carretto ha chiuso la vita terrena nel suo eremo di san Girolamo a Spello nella notte di martedì 4 ottobre 1988, festa di san Francesco d'Assisi del quale era stato appassionato biografo.
L’AC per Fratel CarloPer me la piccola Chiesa che mi aiutò a capire la grande Chiesa, a restare in essa, fu la Gioventù di Azione Cattolica, la Giac come si diceva allora. Mi prese per mano, camminò con me, mi nutrì della Parola, mi diede l’amicizia, mi insegnò a lottare, mi fece conoscere il Cristo, mi inserì vivente in una realtà vivente. Posso dire, e mi sembra di essere nel giusto, che come la famiglia era stata la sorgente, con la piccola comunità di Gioventù fu l’alveo del fiume in cui imparai a nuotare. Quale aiuto fu per la comunità che avevo trovato! E che sarebbe stato di me se non l’avessi trovata? Al solo pensarci mi prende la paura. Mi diede proprio quello che la mia famiglia, ormai vecchia, non poteva più darmi … L’Azione Cattolica mi obbligò ad una catechesi nuova, più matura, più aderente ai tempi, mi trasmise la grande idea dell’apostolato dei laici e mi presentò la Chiesa come Popolo di Dio e non come la solita e antiquata piramide clericale. Ma ciò che più mi diede fu il senso e il calore della comunità. La Chiesa non era più per me il muro della parrocchia, dove si andava a fare delle cose obbligate, ufficiali, ma una comunità di fratelli che conoscevo per nome e che con me facevano un cammino di fede e di amore. Lì conobbi l’amicizia basata sulla fede comune, l’impegno in un lavoro comune, non più prerogativa del clero ma dono dato a tutti, la dignità della professione e della famiglia come autentica vocazione. A poco a poco la comunità mi aiutò a prendere le mie responsabilità, mi suggerì i primi impegni, mi insegnò a pubblicare giornali e a scrivere in difesa della fede, mi diede il gusto della Parola e mi insegnò a proclamarla nelle adunanze. E siccome ero impreparato, mi suggerì sempre l’umiltà dello studio e la meditazione quotidiana sui Testi. Dopo alcuni anni mi trovai cambiato, con il cuore pieno di valori nuovi e con una grande voglia di fare. Mi ricorda che non c’era più tempo libero e che tra contatti personali e primi abbozzi di discorsi, tra scrivere e viaggiare, tutta la persona era presa, completamente presa, nell’ideale ormai incarnato nella vita.
da “Ho Cercato e Ho Trovato” Carlo Carretto
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